Nell’articolo precedente, abbiamo presentato il principio delle Cinque Ferite, sancito dalla BioEnergetica, la scienza creata dagli psicoterapeuti John Pierrakos e Alexander Lowen secondo cui ognuno di noi, nei primi anni della nostra vita, potrebbe sperimentare delle ferite dovute a reazioni negative ricevute nell’infanzia dall’ambiente familiare o da quelli più prossimi e per noi importanti.
A seconda del tipo di reazione, dunque, ci si troverà a subire una differente Ferita, che ci porterà ad adottare una specifica serie di precauzioni, comportamenti e schemi di pensiero nella speranza di evitare di subire in futuro le medesime sofferenze. Queste “misure cautelative”, nel tempo, diverranno una vera e propria Maschera con la quale finiremo il più delle volte per identificarci, dimenticandoci della nostra reale identità, il tutto per continuare a ricevere dall’ambiente che ci circonda un “feedback” positivo, sacrificando sull’altare della “sicurezza” e della “paura di soffrire” la nostra unicità, che invece ci porterebbe a fare della nostra vita una avventura straordinaria.
La prima ferita di cui parleremo è quella del Rifiuto.
Il Rifiuto è una ferita profondissima, perché la persona che la sperimenta si sente respinta in tutto il suo essere e sente che le si sta negando il proprio diritto non solo alla libera espressione, ma letteralmente alla vita.
E’ la prima Ferita anche perché è quella che si può manifestare per prima, e si presenta nella vita della persona molto precocemente, addirittura dentro al grembo materno in caso di gravidanza non desiderata: in tale circostanza, ancor più che per le altre ipotesi, se il bambino non riuscirà a rimanere se stesso superando il senso di rifiuto, tale Ferita lo segnerà per il resto dei suoi giorni e ne condizionerà ogni aspetto.
La serie di accorgimenti, precauzioni e schemi difensivi che il rifiutato adotterà andrà man mano plasmando la maschera del Fuggitivo, ovvero la sua nuova personalità, un carattere che lo proteggerà da ogni sofferenza legata al rifiuto.
Come già detto nell’articolo precedente, ogni Ferita ed ogni relativa Maschera produrranno effetti non solo sul comportamento e sulla psiche della persona, ma anche sulla sua corporatura e sulla sua salute, rendendolo predisposto a delle specifiche patologie. Ciò, ovviamente, vale anche per il Fuggitivo, la cui fisicità è facilmente riconoscibile, poiché pare voler letteralmente scomparire: dal fisico striminzito, contratto, pronto a scappar via, a nascondersi, il Fuggitivo non vuole mai occupare molto spazio, ed è facile perderlo di vista se sta in mezzo alla folla o a un gruppo di persone.
Il suo comportamento, inoltre, ricalca perfettamente il suo corpo: un Fuggitivo è quello che da bambino, nelle foto di classe, veniva sempre fotografato a metà, se non per una piccola porzione del suo volto, e il suo corpo era il più delle volte coperto da quello di compagni più alti e robusti. Ma non c’è di che stupirsi, poiché spesso il Fuggitivo dubita persino del proprio diritto a esistere, e finisce persino per sospettare di non essersi “incarnato” del tutto. Alle volte questa impressione è rafforzata dal fatto che il suo già esile corpo risulta parecchio sgraziato, con asimmetrie tra un lato e l’altro, o con arti o altri elementi del corpo che paiono non propri ma “aggiunti” al suo corpo in un momento successivo, e senza badare troppo alle proporzioni.
Questa sensazione di disarmonia, incompletezza e/o frammentazione non sono altro che il riflesso sulla corporeità di ciò che vive e sente quotidianamente dentro di sé.
Lo sguardo e gli stessi occhi del Fuggitivo sembrano vacui, poiché egli tende a creare un suo personalissimo mondo interiore e a restarci il più a lungo possibile, apparendo pertanto assente e, appunto, vuoto.
Inoltre, dal momento che il suo fisico sembra perennemente fragile e malaticcio, può indurre una reazione materna/paterna di eccessiva protezione: come un cane che si morde la coda, il bambino che vuole scomparire sarà ancor più braccato di quanto normalmente accade ad un bambino dai genitori premurosi. Paradosso per lui insopportabile, che più vorrà scomparire e più verrà asfissiato dall’ingombrante presenza degli spaventati genitori, sempre pronti a dirgli di no “per il suo bene”!
Amore, per il Rifiutato-Fuggitivo, diventerà sinonimo di “soffocamento”, e crescendo difficilmente riuscirà a costruire sane e durevoli relazioni affettive e a vivere esperienze felici come quelle della famiglia, della realizzazione professionale, etc., poiché in fin dei conti il Rifiutato non ha mai smesso di credersi uno zero totale in ogni ambito, ragion per cui svolgerà le poche cose che sarà costretto a fare con una meticolosità tale da rasentare l’ossessione, il tutto per non sentirsi nuovamente rifiutato dagli altri, e non sentirsi dire quel che sa già bene, cioè di non valere niente.
E’ pertanto un perfezionista assoluto nel “fare”, poiché sente di non poter avere alcuna pretesa nell’”essere”. Tale ricerca ossessiva della perfezione più assoluta, ovviamente, lo porterà a svolgere un lavoro o ad eseguire un compito con una lentezza tale da venire, per tali ragioni, stroncato nonostante le sue migliori intenzioni, portando all’ennesima potenza il suo disagio.
La sua paura più grande è quella di essere colto dal panico, rischio percepito principalmente nei casi in cui è costretto a “esporsi” e sente, per tale ragione, di poter essere rifiutato in maniera molto perentoria, magari anche da una moltitudine di persone: non riuscendo a percepire alcuna via di fuga, si sente “sotto stretta osservazione” e impossibilitato a fuggire. E’ talmente convinto di non poter gestire la pressione e, nella peggiore delle ipotesi, il panico, da intravvedere questa eventualità in ogni circostanza, rendendogli la vita simile a un incubo.
Sul piano dell’alimentazione, preferisce piccole porzioni ed ha spesso lo stomaco chiuso per via delle paure di cui soffre. A seguito di una emozione forte, poi, è come se fosse privo di un apparato digerente. Fra le varie ferite, quella del Rifiutato è la tipologia più incline a condurre all’anoressia.
Dal punto di vista della salute, il Fuggitivo soffre frequentemente di diarrea, poiché abituato a non accettare alcun tipo di nutrimento, né fisico né di altra natura, per il suo “interiore”; l’emotività, la paura e l’incapacità di gestire le situazioni più delicate lo portano a soffrire di aritmie, col cuore che batte a velocità molto elevate, come se anch’esso volesse fuggire dal corpo saltando fuori e “abbandonando la nave” prima che affondi; può anche soffrire di intolleranze alimentari, sempre per le logiche legate al rifiuto che, subito dagli altri, lo porta a infiggerlo verso ciò che lo nutrirebbe.
Sviluppa spesso problemi alla pelle per non essere toccato o per rendere la sua presenza sgradita agli altri, così da evitare a monte le dinamiche umane; spesso è agorafobico e comunque poco incline agli spazi ampi in quanto privi di nascondigli, zone d’ombra, vie di fuga.
La sua mania per il perfezionismo, poi, può portarlo anche ad assumere comportamenti ossessivo-compulsivi e maniaco-depressivi.
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