Le cinque ferite secondo la BioEnergetica. Ferita n. 3 - l’Umiliazione

Rieccoci per un nuovo spazio dedicato alla BioEnergetica, la scienza che ha individuato le cinque principali Ferite dell’anima, le loro caratteristiche e soprattutto le principali conseguenze sia sul piano caratteriale che fisico-materiale.

Questa volta parleremo della terza Ferita, quella dell’Umiliazione, e della conseguente Maschera, quella del Masochista.

L’Umiliazione è la Ferita di chi si sente sminuito. Si verifica solitamente quando il bambino comincia a compiere le prime semplici azioni da solo, legate prevalentemente al nutrirsi, al tenersi pulito, all’andare in bagno, ma anche alle sue prime “partecipazioni attive” alle conversazioni familiari, o semplicemente alla sua presenza nelle dinamiche comunicative del gruppo, anche se sono limitate all’ascolto e all’apprendimento.

Di norma il senso di umiliazione si verifica quando il bambino sente che uno o entrambi i genitori si stanno vergognando di lui. Può accadere se i suoi genitori si vergognano per la sua ancora scarsa continenza e magari si fanno sfuggire delle espressioni del tipo “sei così grande e ancora te la fai addosso”, magari con un seguito nel quale viene paragonato a un altro bambino, considerato più maturo, giudizioso e “adulto” di lui pur essendo della sua stessa età; peggio ancora, quando la “brutta figura” di cui vergognarsi è maturata al di fuori del contesto familiare e in pubblico.

La Ferita da Umiliazione può anche avere un’origine più legata alle punizioni e, a monte, alla sensazione del bambino di vivere in una famiglia in cui ogni suo errore, reale o semplicemente percepito come tale, porterà irrimediabilmente a una punizione, regola alla quale non vi è mai l’eccezione; la Ferita si farà più ancor più profonda se la puntuale punizione riguarderà l’aspetto corporeo del bambino, con l’uso della violenza ma anche la messa in castigo, il filare a letto senza cena o il non poter uscire di casa, etc.

La Maschera del Masochista è la reazione difensiva dell’umiliato.

Il masochismo è il comportamento di una persona che si infigge dolore per evitare che siano gli altri a fargli del male, cosa di cui è più che certo. Più cerca dolore e se ne infligge e più si sentirà potente nella vita sociale e materiale, ma le sue relazioni e decisioni saranno pesantemente condizionate da questa sua “strategia” di difesa: avendo già sofferto da sé, non andrà certo incontro ai rischi di una ulteriore sofferenza decidendo di partecipare attivamente e “normalmente” alle dinamiche sociali, quindi tenderà a evitarle o a sottrarsene di punto in bianco e, magari, nel momento più importante, perché certo che “tanto non funzionerà mai”.

Dalla corporatura tonda, sovente grassa, con un corpo largo quanto spesso, è invece sottile, nell'entrare in punta di piedi nell’esistenza degli altri salvo poi occupare un posto gradualmente sempre più prominente, che costringerà prima o poi gli altri a considerarlo “ingombrante”; il corpo, perdipiù, non mente mai e più il suo ruolo diventa prominente e più il suo corpo tende ad ingrassare.

La madre ha moltissima influenza sul masochista, e spesso non riesce a liberarsi dal peso di una madre “pesante” nemmeno in età adulta e pienamente emancipato dal contesto familiare.

Deciso, a volte persino feroce nell’infliggersi dolore, è ipersensibile quando il dolore è provocato dagli altri, e per questa ragione tende ad essere delicatissimo nel rapporto col prossimo; dimentico di sé fino a divenire dannoso per se stesso, il suo modo di prendersi cura è sbilanciato verso gli altri, e pur essendo spesso consapevole di ciò che vuole, tende a non attivarsi per il proprio bene, mentre è sempre entusiasta nel correre in soccorso del prossimo.

Essendo cresciuto nella umiliazione per il giudizio altrui, magari anche braccato da una famiglia sempre pronta a punirlo, paragonarlo, sminuirlo, nella vita privata il masochista preferisce la solitudine, condizione da cui si dà solitamente alla pazza gioia, vivendo la vita a fondo.
Mangia troppo, compra troppo cibo, comprerà dieci volte i libri che riuscirà a leggere, idem per qualsiasi altra cosa o attività che ama. Finisce dunque per spendere troppo, ma anche per lavorare eccessivamente, voler aiutare troppo gli altri, etc.

La sua Ferita gli ha provocato la perdita del senso della misura, e l’elevata soglia del dolore sviluppata negli anni gli ha trasmesso un senso del limite che supera di molto i limiti comunemente accettati.

Alla fin fine, pur amandola apparentemente e desiderandola con forza, la più grande paura del masochista è la sua stessa Libertà, poiché si rende conto di non esserne all’altezza, e la tendenza ad esagerare in tutto (di cui, poi, finisce per provare vergogna) lo ammonisce di continuo, ricordandogli di non esserne degno.

Come una nave che sogna di salpare ma che quando prende il largo si accorge di essere priva di timone, il Masochista vuole vivere libero ma non sa dominarsi e non conosce la rotta. Paradossalmente, infatti, più decide per se stesso per accrescere la propria libertà, e più invece tali scelte lo porteranno a dover dipendere da qualcosa cui sottostare.

Sul lavoro, il Masochista tende ad occupare posizioni in cui sia costretto ad intervenire per sistemare le cose e mettere tutti d’accordo, farli contenti o risolvere questioni annose. Il mancato intervento risolutorio da parte sua sarebbe fonte di gravi sensi di colpa.

Mal di schiena per mancanza di libertà e spalle pesanti per i gravi pesi che si porta dietro sono le costanti della vita del Masochista, in particolare il mal di schiena può interessare la parte alta se riguarda l’ambito affettivo, e la parte bassa se inerente quello materiale.

Prova disturbi a gambe e piedi, è incline a storte e a fratture, poiché teme di non essere più in grado di avanzare, schiacciato dal peso del proprio corpo e, idealmente, dal carico pesante delle umiliazioni patite.

Soffre spesso di fegato, per via della sua tendenza a farsi “il sangue marcio” per gli altri, e alla gola, perché sovente frena le sue parole per non urtare nessuno o non essere preso di mira.

Egli infatti appare sempre frenato nella comunicazione, soprattutto quando avrebbe qualcosa da chiedere, il ché aumenta la sua inclinazione a soffrire di problemi alla tiroide. Oltre a ciò, la sua predisposizione a non concedersi un po’ di dolcezza, unita all’abitudine di provare vergogna ogni qualvolta si conceda un piacere, lo può portare a soffrire del cattivo funzionamento del pancreas, che può sfociare nel diabete.

Il suo scarso amore per se stesso, infine, potrà causare problemi cardiaci.

Tutti noi conosciamo qualcuno che, dopo essersi sottoposto a una dieta ed aver perso molti chili, pur sembrando in forma come non mai e praticamente rinato, sia finito per recuperare tutto il peso perso, magari ingrassando anche più di prima. Ecco: quello è un perfetto esempio di Masochista, che il più delle volte, memore dei “bei tempi” in cui era stato magro, cercherà di ripetere quella dieta ma non otterrà più i risultati sperati, poiché il suo inconscio, ancor prima del suo corpo, gli dice che è tutto inutile, che i cambiamenti saranno ancora una volta destinati a non durare, che tornerà la delusione di ingrassare ancora una volta, e aumenterà la vergogna di sapere di essere destinato a fallire sempre e comunque.

Il Masochista, infatti, dovrebbe pensare meno a perdere peso e concentrarsi invece sul guarire la sua ferita una volta per sempre: da quel momento in poi, tutto gli sarà possibile. A proposito: senti anche tu di aver subito una ferita da umiliazione? Vai sul nostro shop e scopri il potentissimo rimedio alchemico AURUMMY HEALER – UMILIAZIONE” per sanarla definitivamente!


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