L' Effetto Maharishi: dove tutto è possibile.

Ammettiamolo: di un cambiamento radicale nella nostra società, un po’ come mille volte è stato annunciato, oggi se ne sente più che mai il bisogno.



In questa sede non ci dilungheremo certo a parlarvi della "storia" di come e quante volte tale cambiamento sia stato annunciato, dalle predizioni dei Maya agli Yuga indiani, fino all'era dell'Acquario astrologica, ma preferiamo parlarvi di come tale cambiamento potrebbe verificarsi, ed è proprio a tal riguardo che si rende necessario presentarvi, anche se per brevi cenni, la figura del guru indiano Maharishi Manesh Yogi.

Nato nel 1918, conseguì la laurea in fisica nel 1942, aspetto che riteniamo molto importante, se consideriamo quanto le sue teorie risultarono incisive in quel ramo della scienza, sempre meno "di confine", che oggi è appunto la fisica quantistica.

Noto in tutto il mondo per essere stato il guru dei Beatles e per aver segnato nel celebre quartetto una profondissima trasformazione, fu colui che diede alle pratiche dello Yoga Interiore la celebre definizione di “Meditazione Trascendentale”, contribuendo notevolmente alla diffusione in tutto il mondo delle pratiche yogiche, al punto che negli anni '70 diede vita al celebre TM-Sidhi Program, un insieme di tecniche che avrebbe portato il praticante a raggiungere stati di meditazione così profondi e permanenti da conseguire il potere della levitazione, o quello che proprio il Guru definì "Volo Yoga".



Della vasta opera del Maestro indiano, in questo articolo vogliamo puntare però l'accento su una vera e propria formula matematica di sua produzione, in seguito denominata “Effetto Maharishi”, secondo cui un risveglio planetario sarebbe possibile al verificarsi di determinati presupposti, indicati appunto nella formula stessa.


* L’Effetto Maharishi, che "tradisce" non solo gli elevatissimi livelli di coscienza raggiunti dal Guru, ma anche il suo ampio bagaglio di conoscenze matematiche, sancisce che per ottenere un risveglio dell'intera umanità è necessario il risveglio della radice quadrata dell'1% della popolazione mondiale.


* Tale esperimento, ovviamente, non è applicabile esclusivamente all'intero genere umano, ma essendo una formula matematica può trovare il suo campo di applicazione anche in contesti meno estesi, come una nazione, un territorio ben preciso, una qualsiasi località, un piccolo paese, etc.


* Volendo quindi fare un esempio, qualora volessimo operare per il risveglio di un'area abitata da 100.000 persone, l'1% di tale popolazione altro non sarebbe che soltanto 100 persone, e di queste 100 basterebbe che ad essere risvegliate fosse la radice quadrata, ovvero appena 10 individui.


Nella più che logica curiosità di sperimentare l’attendibilità di questa formula, in molte occasioni sono state effettuate delle prove sul campo, seguite quasi sempre da università o da istituti di ricerca, che consistevano nel portare in luoghi martoriati da conflitti bellici o da tassi elevatissimi di criminalità un cospicuo numero di praticanti la meditazione trascendentale o altre tecniche legate all'espansione di coscienza: gli esiti di questa concentrazione di ricercatori spirituali e delle loro pratiche sono stati più che sorprendenti in termini di drastici cali dei crimini, dei conflitti e, naturalmente, delle vittime.


E' ovvio che, quando si parla di individui risvegliati, non si fa riferimento a dei "comuni" praticanti di meditazione o di altre tecniche, ma ci si riferisce a coloro che grazie a quelle pratiche hanno raggiunto uno stato permanente di "yoga", cioè di unione col Divino, ma certamente la presenza di praticanti spirituali influenza moltissimo, anche se non a titolo definitivo e in maniera costante, il benessere di tutti coloro che vivono attorno ad essi.


Nel corso dei secoli sono trapelate spesso notizie della presenza di eremiti, asceti e in genere individui dalla grande spiritualità, solitamente sperduti in territori aspri e lontani dalla civiltà, se non letteralmente dentro grotte pressoché inarrivabili, che di fatto operano continuamente per la salvezza dell'umanità, e di grandissimi yogi che hanno scelto di non lasciare il corpo fisico, come il celebre Babaji, per continuare ad operare per il bene di tutti gli esseri viventi, ma per ciascuno di noi la vera sfida, ovviamente, è nel mondo e dentro al mondo, ovvero nei nostri paesi e nelle città, dentro a questa società in cui viviamo, così cinica, ipercompetitiva e, permetteteci di dirlo, liberticida, ed oggi più che mai si rendono ardui i nostri propositi di mantenerci centrati, allineati, in pace, mentre anche la nostra crescita spirituale è ostacolata in modi sempre nuovi e sempre più complessi; un mondo in cui anche la sopravvivenza quotidiana lentamente parrebbe voler divenire una sfida e una fatica sempre maggiori.


E' nel mondo che Maharishi Manesh Yogi ha scelto di diffondere la sua sapienza yogico-quantistica, e da abitanti di questo mondo e di questa società, alla luce dei risultati degli esperimenti già effettuati, siamo tutti chiamati ad operare al fine di un cambiamento e di un risanamento collettivo, ad "essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo", per citare un altro celebre maestro indiano, il Mahatma Gandhi, e ad essere gli artefici, i protagonisti stessi di tale cambiamento planetario.


E' tutto dunque nelle nostre mani? Sappiamo che esistono, e non sono da trascurare, gli influssi degli allineamenti planetari, che le civiltà e le tradizioni parlano degli Yuga, delle età del piombo e dell'oro, e che molte culture presentano una loro rappresentazione ben precisa della ciclicità dei tempi e dell'alternarsi delle epoche, e quindi è inevitabile riconoscere che forse non tutto dipenderà da noi, ma scegliere di temporeggiare, magari pensando solo al nostro benessere individuale, con la certezza che tanto i tempi cambiaranno e che la famosa Era dell'Acquario prima o poi arriverà, non è da ritenersi un atteggiamento consono per il praticante spirituale: il concetto di "Servizio" è da considerarsi indispensabile per la crescita di ciascuno di noi, ed a tal riguardo vi invitiamo a leggere un articolo da noi già pubblicato sul nostro Mag qualche tempo addietro, proprio incentrato sul Servizio come cardine indispensabile per la propria spiritualità.


Principi come "ama il prossimo tuo come te stesso" e il celebre yama "Brahmacharya", che nella sua essenza più pura significa "riconoscere Brahma in tutto ciò che ci circonda", non sono semplici regole generiche di condotta quotidiana, o magari realizzazioni che aspiriamo di concretizzare un bel giorno, ma vere e proprie fondamenta della pratica spirituale, da cui è assolutamente impossibile astenersi se non vogliamo compromettere i risultati dei nostri sforzi quotidiani.


Servire gli altri, l'umanità e la Creazione in generale, equivale a servire il Divino, fuori come dentro di noi, ed aiutare il mondo a ritrovare armonia, pace, amorevolezza e benessere significa, prima di tutto, manifestare il nostro amore per il Divino.

E poi ricordiamocelo: tutto obbedisce all'amore, anche i pianeti e il tempo, quindi se è una nuova era che desideriamo vivere, questa stessa era potrebbe anche anticipare il suo arrivo, e le leggi del tempo "piegarsi" ad una legge che sovrasta e domina ogni altra regola, quella appunto dell'Amore.

Quindi perché aspettare e perdere altro tempo? Organizzatevi fra amici, compagni di "percorso", per operare tanto per la vostra crescita che per il benessere dell'intera collettività. E se vorrete, le porte di Castalia saranno sempre aperte per ciascuno di voi!

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