Alle ore 21:21 di mercoledì scorso l’equinozio ha dato ufficialmente inizio alla stagione autunnale. L’autunno è la stagione per eccellenza della raccolta degli sforzi, il tempo dei bilanci, utili proprio a comprendere se i propositi fatti a inizio anno sono riusciti a dare i loro frutti o meno. Per riassumere, potremmo dire che a inizio anno avevamo stabilito i nostri nuovi e buoni propositi, che in primavera abbiamo avuto le nostre nuove realizzazioni e le prime ispirazioni degne di rilevanza e che, in estate, abbiamo avuto modo di mettere tutto questo alla prova della vita quotidiana. In autunno, infine, arriva inesorabilmente il “tempo delle pagelle”!
L’autunno è la stagione in cui, per prepararsi all’inverno, non si deve soltanto pensare a raccogliere le risorse, ma anche a spogliarsi di tutto ciò che, rilevante nelle stagioni calde, rischierebbe di appesantirci inutilmente e di farci disperdere inutilmente molte energie con l’avanzare dei climi più freddi. La notte inoltre aumenta la sua durata, e aumentando il buio ciascuno di noi è chiamato a rafforzare la propria capacità di scrutare dentro l’oscuro alla ricerca di ciò che, inizialmente, ci risulta invisibile.
Ecco perché proprio in autunno si svolgono le note celebrazioni commemorative in ricordo dei nostri cari “volati via” ed è sempre per tale ragione che nel corso delle ere sono state celebrate festività come la famosissima festa di Halloween/Samhain, o ancora, come accade nel nostro meridione, la “notte dei morti”, tra l’1 e il 2 novembre, notte in cui si ritiene che i defunti ritornino in vita per portare dei doni ai bambini durante il sonno.
In fin dei conti, la natura, introvertendosi, pare morire esteriormente, salvo intraprendere un percorso di elevatissima vitalità dentro di sé, che la porterà a sviluppare le risorse utili a superare l’inverno e a rigermogliare in primavera; allo stesso modo ciascuno di noi è chiamato a rivolgere la luce individuale verso l’interiorità, e grazie a quella luce accrescerne la vitalità e la fecondità, salvo quindi riemergere, alla fine dell’inverno, con una identità rinnovata, pronta a rimettersi alla prova alla calda luce del Sole.
Quale momento migliore, dunque, e più armonico dell’autunno per lasciarci “cadere” ciò che ormai appare superfluo ed iniziare anche noi questa pratica del sondare la nostra interiorità?
Una regressione invisibile, un regressus ad unum, per come usavano dire gli esoteristi e i filosofi dell’antichità, ma anche un lavoro di trasformazione, di “liquefazione” di ciò che era solido, concreto, effettivo in estate. Non per niente l’autunno è la stagione in cui si producono vino e olio, prodotti dall’estrema valenza simbolica e archetipica, presenti in tutte le tradizioni, leggende, mitologie, protagonisti di riti sacri, per di più (basti ricordare le ritualità cristiane a noi così inevitabilmente vicine) legati a momenti importanti, cruciali, di passaggio evolutivo: i frutti della natura, prima di marcire o cascare giù, disperdendosi come tutto ciò che non è essenziale alla sopravvivenza nei mesi freddi, viene raccolto dall’uomo, che anticamente comprendeva la necessità di vivere questo momento con grande compartecipazione, dando vita nelle ere a tutta una serie di rituali in cui l’uomo è il cerimoniere di una “festa sacrificale” ed in cui Madre Natura affida all’uomo tutto ciò che non le serve e le ostacolerebbe la vita, perché ne faccia risorse utili a prosperare in inverno.
L’uomo, forno alchemico del Cielo in primavera e della Terra in autunno, trasforma le materie solide ricevute dalla Natura in sostanze liquide, “disincarnando” l’anima dei frutti per consentire ad essi di raggiungere tutti coloro che ne beneficeranno, donando a quei frutti, al tempo stesso, una durevolezza che precedentemente, nella forma originaria, non sarebbero riusciti ad ottenere.
E’ quindi la stagione del sacrificio e della liquefazione di ciò che si era reso manifesto, solido, “pratico” in estate, la stagione dell’azione. Non per niente il dio dei raccolti Mabon, detto anche Maponus nella tradizione britannica quando incontrò la civiltà dell’antica Roma, è anche il dio del tempo dell’acqua, intesa anche come stagione piovosa, dei mesi freddi e umidi, ma ancor più come tempo in cui avviene la prima disgregazione del solido in liquido.
Dal punto di vista astrologico, l’equinozio d’autunno segna l’ingresso planetario nel segno della Bilancia, e questo comporta tutta una serie di conseguenze: come ogni foglia non staccata dall’albero può portare a conseguenze funeste per l’albero stesso, allo stesso modo anche il più piccolo sbilanciamento di uno dei piatti verrà rimarcato (è la stagione dei bilanci, ricordate?) e, se così possiamo dire, sanzionato senza indugio. Possiamo anche asserire che l’autunno è la stagione perfetta per il cosiddetto “instant karma”, ciò poiché, appunto, ogni piccolo squilibrio ha conseguenze non solo di entità tutt’altro che trascurabili, ma perché tali conseguenze sono spesso molto rapide a comparire nella nostra vita. Ricordiamoci: siamo in un periodo assolutamente cruciale, in cui la natura (inclusa la nostra) si ritira, concentra tutti gli sforzi a non disperdere energie, in cui gli animali riempiono le loro tane di ogni bene per la sussistenza, in cui anche una sola noce in meno per lo scoiattolo può significare un grave pericolo… Ogni attaccamento inutile, ogni vezzo trascurabile, appesantirebbe i nostri già faticosi passi sulla neve alta che ci attende sulla via, ed ogni volta che preferiamo trascurare la nostra anima per dar piacere ai sensi o per nutrire le nostre abitudini di sempre, perdiamo grandi opportunità di rafforzare e rigenerare il nostro essere, col risultato di diventare sterili e non germogliare più nulla quando la bella stagione arriverà, e basta guardarsi un po’ attorno per rendersi conto di quanta gente è incappata in questo sbaglio così grave.
Figura centrale di tutta la stagione, quasi paradossalmente (ma non troppo se abbiamo interiorizzato il senso di questo articolo e, in generale, della stagione autunnale) è quella dell’Arcangelo Ma-Ha-El, o Michele, il cui nome significa “Simile a Dio”, il grande Guerriero della Luce, principe di tutte le milizie celesti, che difenderà la luce fino a che il sole non affronterà la battaglia cruciale, superando il “nemico" buio in quella che poi sarà la sua giornata più difficile e probante, oltre che quella in cui splenderà di meno, ovvero il Solstizio d’Inverno, in cui si aprirà la porta solstiziale celebrata da tutti i mistici, da cui passano gli avatar e le energie che da sempre aiutano l’umanità ad avanzare.
Michele quindi accompagna la Luce e la nostra energia interiore fino al giorno in cui altre dinamiche potranno venire a sostenerci lungo una nuova ulteriore fase, passando poi il testimone a Gabriel.
Un’ultima considerazione: in questi giorni si parla spesso di possibili accadimenti molto nefasti per tutta l’umanità, e ciò a causa di manovre messe in atto da scellerati che parrebbero aver chiamato in causa delle forze oscure e parecchio desiderose di scatenarsi. In tal caso, potremmo anche affermare che, alla luce dei fatti che stanno accadendo in questi giorni, ci stiamo trovando più che mai al cospetto del buio della ragione, al buio dell’intransigenza, del fanatismo, della condanna, della comunicazione faziosa, delle notizie non date o mistificate; il buio della coercizione, dell’utilizzo di un linguaggio squadrista che adopera termini come “scovare, stanare”, il buio che ci vuole puniti, limitati, sanzionati e tacciati per untori, nemici della collettività se non si aderisce a una determinata visione.
Non crediamo che questo nuovo “Oscurantismo” abbia bisogno del contributo ulteriore di energie infernali: in tal caso il karma collettivo potrebbe presentare conti decisamente salati, va detto.
La stagione autunnale, non per nulla ribattezzata “autunno dorato” (di oro alchemico?), ci permette di trovare una via d’uscita da questo labirinto: ciascuno di noi deve fare tutto il possibile per mantenere al massimo i propri livelli interiori di vitalità, equilibrio e luce, e per non permettere che il buio, in primis quello dentro di noi, possa prendere il sopravvento, e ciò si potrà ottenere decidendo di sacrificare il superfluo, al contempo trasmutandolo in qualcosa di più duraturo, versatile, universale, ed ancora osservando in silenzio il raccogliersi dell’ambiente che ci circonda, pratica che induce in ciascuno il desiderio di allinearsi ed armonizzarsi col divino da cui tutto ha origine.
Castalia consiglia vivamente di agganciarsi il più possibile all’informazione archetipica e all’energia connaturata all’Arcangelo Ma-Ha-El, il regnante della Sephira Hod, la Gloria e la Verità, perché mai come oggi c’è bisogno della trascendenza della Gloria per superare questa fase e, ancora, mai come oggi la Verità ha bisogno di essere sostenuta e di sconfiggere tutti coloro che la ostacolano. E, ovviamente, di imparare da Madre Natura, che in ogni stagione ha sempre mille preziose lezioni da regalarci.